La favorita
di Barbara Berardi
Titolo originale: The Favourite
Regia: Yorgos Lanthimos
Interpreti: Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult, Joe Alwyn, James Smith.
“Non si può conoscere veramente la natura e il carattere di un uomo fino a che non lo si vede gestire il potere.” (Sofocle)
Inghilterra, 18esimo secolo. La regina Anna Stuarda (Olivia Colman) è una donna fragile, infantile, malata, con un corpo imponente, tormentato dalla gotta, logorato da 17 gravidanze mancate, e colma queste perdite ingurgitando cibo e coccolando i suoi 17 coniglietti. Disperatamente in cerca di affetto, si lascia influenzare dalle persone a lei più vicine. Lady Sarah Churchill, Duchessa di Malboroug (Rachel Weisz), astuta nobildonna, ha un forte ascendente su di lei, e ne approfitta per uno scopo ben preciso: portare avanti la guerra in corso contro la Francia per negoziare da un punto di forza, anche a costo di raddoppiare le tasse sui sudditi del Regno. Il diretto rivale di Lady Sarah è l’ambizioso politico Robert Harley (Nicholas Hoult), che farebbe qualunque cosa pur di ottenere i favori della regina. Ma non sarà lui a contendere a Lady Sarah il ruolo di favorita: giunge infatti a corte Abigail Masham (Emma Stone), sventurata cugina di Lady Sarah. Nobile decaduta, perduta a carte dal padre e ridotta a sguattera, Abigail giunge a corte, dove cercherà di conquistare il cuore della regina per tornare alle radici aristocratiche da cui discende.
Lanthimos con il suo La Favorita, conquistato il Festival del Cinema di Venezia 75 con il Gran Premio della Giuria e la Coppa Volpi per la Migliore Interpretazione Femminile, assegnata a Olivia Colman per la sua imponente Anna di Gran Bretagna, ha dominato anche i British Independent Film Awards con ben 10 premi, tra cui Miglior Film, Miglior Regista, Migliore Sceneggiatura e Migliori Interpreti Olivia Colman e Rachel Weisz. Anche i Golden Globes 2019 hanno incoronato Olivia Colman Migliore Attrice di questo notevole film. E con 10 nomination in tutte le categorie principali, La Favorita procede orgogliosamente verso gli Oscar 2019.
Tra i film più noti del regista troviamo The Lobster (2016), Il sacrificio del cervo sacro (2017), Alps (2011) e Dogtooth (2009).
Ne La Favorita la sublime sceneggiatura è di Deborah Davis e Tony McNamara. In quello che è il suo primo film in costume, Lanthimos per la prima volta dirige senza aver firmato lo script.
È chiaro il riferimento a Barry Lindon di Stanley Kubrick: Lanthimos infatti ha scelto di girare in 35 millimetri, eliminando ogni forma di illuminazione artificiale. Applicando la stessa tecnica di Kubrick, il regista greco trova la formula esatta per l’ambientazione settecentesca: attraverso le candele, il regista ricrea luci e ombre che esasperano la sofferenza dipinta sui volti dei nobili, sovrastati dalle parrucche, martoriati dalla cipria e dal trucco, realizzato con prodotti tossici che sembra causassero orribili danni dalla pelle, da coprire con altri strati di trucco. La fotografia illumina e riproduce ancora meglio l’esplosione dei colori caldi, primo fra tutti il giallo, il dorato di pareti e soffitti del palazzo dove si svolge quasi tutta la narrazione.
L’ironia dissacrante dello script ne fa un film grottesco e crudo, che sottolinea tutti gli aspetti negativi e crudeli della vita di corte. In una società patriarcale, che lascia alle donne poco spazio e pochi ambiti in cui poter intervenire, le tre protagoniste oscillano continuamente tra gentilezza e ferocia, lealtà e inganno, all’interno di una cornice sarcastica fatta di provocazioni, affronti e manipolazione. E, tra colpi bassi e risate di sottofondo, emergono tutta la gelosia feroce e la brama di potere che le anima. Un potere che “logora chi non ce l’ha”, senza però dare soddisfazione a chi l’abbia conquistato.
Insomma, un film in cui risaltano la bellezza e la bravura delle tre protagoniste, scandito da un incalzante ritmo narrativo che, a suon di colpi sarcastici, ci porta fuori dalla nostra realtà, catapultandoci in un’epoca lontana, ma non così tanto da non rivelare analogie ataviche insite nell’animo umano odierno.
Finalmente l’ironia al femminile vince: al cinema, almeno.
Buona visione
Voto: ****
Legenda
***** la perfezione; **** da non perdere; *** interessante; ** pregi e difetti; * passiamo oltre