Il Pci ai giovani, ostia!
di Pier Paolo Pasolini – premessa di Giorgio Gattei
A seguito della “battaglia” (ma il termine non è esagerato?) di Valle Giulia del primo marzo 1968, che ha segnato l’avvio della contestazione giovanile in Italia, Pier Paolo Pasolini pubblica a giugno sulla rivista “Nuovi Argomenti” la poesia-invettiva Il PCI ai giovani, anticipata da “L’Espresso” col titolo indecente Vi odio cari studenti. Certamente Pasolini non era stato leggero con quei giovanotti «prepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati:/ prerogative piccolo-borghesi, cari», sicché «quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti,/ io simpatizzavo coi poliziotti», quei poveri manovali stipendiati che si prendono le botte che dovrebbero andare invece in testa ai potenti. Ma Pasolini aveva detto anche ben altro in quella sua poesia (regolarmente sottaciuto, et pour cause, dai commentatori prezzolati) perchè a Valle Giulia egli aveva intravisto «un frammento/ di lotta di classe» con «voi, cari, dalla parte/ della ragione,/… mentre i poliziotti erano dalla parte/ del torto».
Equivoca quant’altra mai, d’allora in poi l’invettiva poetica di Pasolini ha goduto di una notorietà spropositata, ma solo per la sua prima parte che, solo per ragioni di spazio (la poesia è lunga: sono 212 versi), è quella che viene ristampata, cosicché si finisce per sapere che «Sì, i vostri orribili slogan vertono sempre/ sulla presa di potere./ Leggo nelle vostre barbe ambizioni impotenti,/ nei vostri pallori snobismi disperati,/ nei vostri occhi sfuggenti dissociazioni sessuali,/ nella troppa salute prepotenza, nella poca salute disprezzo». Ed è questo che ha fatto ancora una volta “L’Espresso” che, nella sua rievocazione del cinquantenario di Valle Giulia (31 dicembre 2017), ne ha riportato «ampi stralci» (come dice), ma fermandosi a tempo e piazzandoci in testa il titolo vergognoso di Io sto coi poliziotti.
E’ fico a sinistra disprezzare gli ingenui (anche se onesti) contestatori del ’68 nascondendosi dietro una grande personalità come Pasolini! Ma lui veramente stava dalla parte dei poliziotti, degli “sbirri”, dei “celerini”? Ne aveva preso le difese in forma retorica solo perché gli facevano pena: strumenti poco pagati del potere per far rispettare a colpi di manganellate l’“ordine pubblico” (che a loro comunque non interessava affatto se non per i quattrini), «e poi guardateli come li vestono: come pagliacci,/ con quella stoffa ruvida, che puzza di rancio, furerie e popolo», e poi «umiliati dalla perdita della qualità di uomini/ per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare)». Così che ne concludeva che «siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia». E uno.
Piuttosto egli criticava l’agitarsi sconclusionato di quel primo movimento di contestazione che a Valle Giulia non aveva bene colto né l’oggetto né lo strumento della sua lotta, come si capisce se si porta la poesia sino alla sua fine, fino all’invocazione inaspettata per un comunista di vecchio stampo com’era dopotutto Pasolini: «Oh Dio! che debba prendere in considerazione/ l’eventualità di fare al vostro fianco la Guerra Civile/ accantonando la mia vecchia idea di Rivoluzione?».
Appunto, Ma come Pasolini poteva essere arrivato a tanto? Partendo dall’obiettivo degli studenti di «occupare le facoltà/ ma dite che la stessa idea venga/ a dei giovani operai./ E allora: Corriere della Sera e Stampa, Newsweek e Monde/ avranno tanta sollecitudine nel cercare di comprendere i loro problemi?/ La polizia si limiterà a prendere un po’ di botte/ dentro una fabbrica occupata?». Eppure «i Maestri si fanno occupando le Fabbriche,/ non le università» – sebbene noi, che siamo miseri posteri condannati al ricordo, sappiamo quanto sarebbe stata dura l’anno successivo, nel 1969, quando ci fu “battaglia” (questa sì) in Corso Traiano a Torino e poi l’“autunno caldo” nelle fabbriche, e oltre alle botte della polizia ci precipitò sulla testa l’attentato di Piazza Fontana e tutta la “strategia della tensione” perché, quando ci sono di mezzo gli operai, il Potere non sta a guardare troppo per il sottile – e ammazza. E due.
E lo strumento? A Pasolini sembrava che suggerire che «i giovani operai possano occupare,/ insieme a voi, le loro fabbriche» fosse «un suggerimento banale;/ e ricattatorio. Ma soprattutto inutile:/ perché voi siete borghesi/ e quindi anticomunisti», così da «mettere da parte l’unico strumento davvero pericoloso/ per combattere contro i vostri padri:/ ossia il comunismo». «Ma andate, piuttosto, pazzi, ad assalire Federazioni!/ Andate a invadere Cellule!/ Andate ad occupare gli usci/ del Comitato Centrale:/ Andate, andate/ ad accamparvi in via delle Botteghe Oscure!/ Se volete il potere, impadronitevi, almeno, del potere/ di un partito che è tuttavia all’opposizione/ (anche se malconcio, per la presenza di signori/ in modesti doppiopetto, bocciofili, amanti della litote,/ borghesi coetanei dei vostri schifosi papà)/ ed ha come obiettivo teorico la distruzione del Potere». E tre.
Insomma: dalle fabbriche occupate dai giovani operai all’occupazione giovanile dell’(allora) PCI questo sarebbe stato il Pasolini che “sta coi poliziotti”? Ed ecco il finale che si ha vergogna di leggere e non si legge: «Ad ogni modo: il PCI ai giovani, ostia!/ Ma, ahi, cosa vi sto suggerendo? Cosa vi sto/ consigliando? A cosa vi sto sospingendo?/ Mi pento, mi pento! Ho perso la strada che porta al minor male,/ che Dio mi maledica. Non ascoltatemi./ Ahi, ahi, ahi,/ ricattato ricattatore,/ davo fiato alle trombe del buon senso./ Ma mi sono fermato in tempo./… Oh Dio! che debba prendere in considerazione/ l’eventualità di fare al vostro fianco la Guerra Civile/ accantonando la mia vecchia idea di Rivoluzione?».
E allora andiamo a rileggere, a cinquant’anni dalla sua pubblicazione, questa seconda parte di:
Il Pci ai giovani
di Pier Paolo Pasolini
[…]
Occupate le università
ma dite che la stessa idea venga
a dei giovani operai.
E allora: Corriere della Sera e Stampa, Newsweek e Monde
avranno tanta sollecitudine
nel cercar di comprendere i loro problemi?
La polizia si limiterà a prendere un po’ di botte
dentro una fabbrica occupata?
Ma, soprattutto, come potrebbe concedersi
un giovane operaio di occupare una fabbrica
senza morire di fame dopo tre giorni?
e andate a occupare le università, cari figli,
ma date metà dei vostri emolumenti paterni sia pur scarsi
a dei giovani operai perché possano occupare,
insieme a voi, le loro fabbriche. Mi dispiace.
È un suggerimento banale;
e ricattatorio. Ma soprattutto inutile:
perché voi siete borghesi
e quindi anticomunisti. Gli operai, loro,
sono rimasti al 1950 e più indietro.
Un’idea archeologica come quella della Resistenza
(che andava contestata venti anni fa,
e peggio per voi se non eravate ancora nati)
alligna ancora nei petti popolari, in periferia.
Sarà che gli operai non parlano né il francese né l’inglese,
e solo qualcuno, poveretto, la sera, in cellula,
si è dato da fare per imparare un po’ di russo.
Smettetela di pensare ai vostri diritti,
smettetela di chiedere il potere.
Un borghese redento deve rinunciare a tutti i suoi diritti,
a bandire dalla sua anima, una volta per sempre,
l’idea del potere.
Se il Gran Lama sa di essere il Gran Lama
vuol dire che non è il Gran Lama (Artaud):
quindi, i Maestri
– che sapranno sempre di essere Maestri –
non saranno mai Maestri: né Gui né voi
riuscirete mai a fare dei Maestri.
I Maestri si fanno occupando le Fabbriche
non le università: i vostri adulatori (anche Comunisti)
non vi dicono la banale verità: che siete una nuova
specie idealista di qualunquisti: come i vostri padri,
come i vostri padri, ancora, cari! Ecco,
gli Americani, vostri odorabili coetanei,
coi loro sciocchi fiori, si stanno inventando,
loro, un nuovo linguaggio rivoluzionario!
Se lo inventano giorno per giorno!
Ma voi non potete farlo perché in Europa ce n’è già uno:
potreste ignorarlo?
Sì, voi volete ignorarlo (con grande soddisfazione
del Times e del Tempo).
Lo ignorate andando, con moralismo provinciale,
“più a sinistra”. Strano,
abbandonando il linguaggio rivoluzionario
del povero, vecchio, togliattiano, ufficiale
Partito Comunista,
ne avete adottato una variante ereticale
ma sulla base del più basso idioma referenziale
dei sociologi senza ideologia.
Così parlando,
chiedete tutto a parole,
mentre, coi fatti, chiedete solo ciò
a cui avete diritto (da bravi figli borghesi):
una serie di improrogabili riforme
l’applicazione di nuovi metodi pedagogici
e il rinnovamento di un organismo statale. I Bravi! Santi sentimenti!
Che la buona stella della borghesia vi assista!
Inebriati dalla vittoria contro i giovanotti
della polizia costretti dalla povertà a essere servi,
e ubriacati dell’interesse dell’opinione pubblica
borghese (con cui voi vi comportate come donne
non innamorate, che ignorano e maltrattano
lo spasimante ricco)
mettete da parte l’unico strumento davvero pericoloso
per combattere contro i vostri padri:
ossia il comunismo.
Spero che l’abbiate capito
che fare del puritanesimo
è un modo per impedirsi
la noia di un’azione rivoluzionaria vera.
Ma andate, piuttosto, pazzi, ad assalire Federazioni!
Andate a invadere Cellule!
andate ad occupare gli usci
del Comitato Centrale: Andate, andate
ad accamparvi in Via delle Botteghe Oscure!
Se volete il potere, impadronitevi, almeno, del potere
di un Partito che è tuttavia all’opposizione
(anche se malconcio, per la presenza di signori
in modesto doppiopetto, bocciofili, amanti della litote,
borghesi coetanei dei vostri schifosi papà)
ed ha come obiettivo teorico la distruzione del Potere.
Che esso si decide a distruggere, intanto,
ciò che un borghese ha in sé,
dubito molto, anche col vostro apporto,
se, come dicevo, buona razza non mente…
Ad ogni modo: il Pci ai giovani, ostia!
Ma, ahi, cosa vi sto suggerendo? Cosa vi sto
consigliando? A cosa vi sto sospingendo?
Mi pento, mi pento!
Ho perso la strada che porta al minor male,
che Dio mi maledica. Non ascoltatemi.
Ahi, ahi, ahi,
ricattato ricattatore,
davo fiato alle trombe del buon senso.
Ma, mi son fermato in tempo,
salvando insieme,
il dualismo fanatico e l’ambiguità…
Ma son giunto sull’orlo della vergogna.
Oh Dio! che debba prendere in considerazione
l’eventualità di fare al vostro fianco la Guerra Civile
accantonando la mia vecchia idea di Rivoluzione?