Considerazioni personali sulla crisi politica in corso
di Fabrizio Simoncini
Solo chi non capisce le trame profonde della politica può ritenere la mossa di Renzi come ascrivibile a un puro esercizio di narcisismo incontrollabile. Usando metafore a sfondo sessuale: una sorta di coitus interruptus annunciato e poi sul più bello fallito miseramente. Troppo bello forse, dopo svariati anni di anonimato ritrovarsi con le telecamere addosso e in continuo rimbalzo sui social, rinunciare davanti a tale platea internazionale a non dichiarare la crisi di governo. È chiaro però che se alla persona che incontri prometti un preciso comportamento e poi lo smentisci, il gioco d’amore finisce lì. Ma allora chi sono coloro che hanno spinto l’uomo di Rignano sull’Arno a osare in modo così smaccato?
Prima di addentrarci in tale analisi occorre capire che il vero bersaglio, e di certo Renzi non l’ha nascosto, sia il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la variopinta area dei grillini. Ma perché Conte? Un’idea me la sono fatta ed è quella che l’uomo, oltre a essersi dimostrato un ammazza politici di professione – vedi la distruzione del fenomeno Salvini nell’estate 2019 che da quel momento politicamente non si è più ripreso – è decisamente una persona non manovrabile che non persegue gli interessi dei grandi potentati economici finora dominanti in Italia e politicamente ascrivibile in linea teorica al Movimento 5Stelle. Per quanto a volte dimostrino incompetenze imbarazzanti e siano culturalmente assai confusi, i grillini sono stati una benedetta ventata di facce nuove espressione di un popolo giovane e agguerrito arrivato a mettere le mani sulle leve del potere. Un caro amico a tal proposito mi ricorda sempre sogghignando che è meglio per il bene del Paese che anche la signora che fa i tortellini (la “zdora” detto in bolognese) qualche volta si ritrovi a decidere su questioni dirimenti per la nazione, piuttosto che i vari La Russa, Gasparri e Santanché che poi tanta differenza non c’è.
Dunque per quanto molti loro ex elettori ritengano che il movimento abbia fallito in realtà in Italia si sono creati innumerevoli nemici e il fatto che Conte in un certo senso li rappresenti, togliendo loro quella patina di rozzezza, disturba ancor di più. La vicenda del ponte di Genova e i Benetton, la battaglia per cambiare le politiche europee del rigore di bilancio, il reddito di cittadinanza per citarne solo alcune, sono tematiche che comunque hanno rotto la visione mainstream della politica tradizionale sdraiata dal PD a Forza Italia su posizioni neoliberiste con blandi aggiustamenti di Welfare comunque previsto in via di smantellamento (la sanità lombarda era il riferimento anche per molti presidenti di regione definiti a sinistra – leggi Bonaccini).
Per questo Renzi sicuramente ha agito, seguendo la spinta di importanti interessi economici e probabilmente con una parte del PD (forse anche del M5S) a cui faceva comodo un ridimensionamento del Presidente del Consiglio. Ma come abbiamo constato l’ex premier non si è trattenuto e alla fine ha giocato la sua mano di poker, probabilmente andando oltre gli accordi stabiliti, forzando il gioco per far saltare Conte ed entrare in un governo nuovo con ruoli di spicco e lo scalpo di “Beppi” (così definito da un twitt di Trump). A tutt’oggi però visto il flop clamoroso e la perdita di quel poco consenso di cui ancora gode, si è messo a gridare che gli è mancata la sponda del Partito Democratico, quasi a svelarne la complicità. Bellanova e Rosato, esponenti di Italia Viva, già a cantare, come se nulla fosse, che basta una rimpatriata per tornare al governo tutti insieme appassionatamente. Non solo Renzi ha sbagliato i calcoli ma addirittura ora manda i propri accoliti alla questua. Non mi stupisco di certo visto il livello della politica italiana, ma un tale comportamento sa veramente di farsa.
Se martedì mattina al Senato accadrà (ed è molto probabile) che Conte ottenga la fiducia relativa, facendo i calcoli ne ha 157 sicuri – la maggioranza assoluta è 161 – considerando l’astensione di Italia Viva e di alcuni presumibili responsabili in Forza Italia, che mai verrebbero rieletti in caso di nuove elezioni, anche la diversamente Lince di Rignano (come lo chiama Andrea Scanzi) sarebbe demolita da questo incredibile personaggio prestato alla politica (così infatti lo avevano presentato) che dimostra: o di essere un vero talento novello Machiavelli o semplicemente un evidenziatore di pseudo macchiette da giochi a premi in Mediaset, spacciati per grandi statisti.
Per concludere voglio semplicemente dire, a tutte quelle vergini dell’arte del governo che gridano alla scandalo dei “costruttori”, che i miliardi che arriveranno dall’Europa io preferisco li gestisca l’attuale Consiglio dei Ministri e la maggioranza che lo esprime, perché volenti o nolenti questa è la migliore composizione parlamentare oggi realizzabile. Altro motivo dirimente che non mi fa sorgere alcun dubbio in merito: il non rischiare di vedere eletto, con nuovi deputati e senatori, Presidente della Repubblica per esempio Silvio Berlusconi, il che sarebbe veramente la tragedia che si muta in burla. Se poi qualcuno s’illude, con l’arrivo al governo, dopo nuove elezioni, della Meloni e di Salvini, di avere più denari per la cultura, i musei, il cinema o la sanità e la scuola, finanche la sparizione del Covid-19, allora farebbe bene a farsi uno shampoo, non solo di strategia politica ma anche di intelligenza, perché evidentemente gli mancano le nozioni di base.