25 aprile visionario. La Resistenza vista da casa
a cura di Fabrizio Simoncini
La celebrazione del 25 aprile è stata vissuta in questi anni con slancio emotivo o distrazione da ponti festivi, a seconda delle battaglie politiche in atto o della vacanza programmata per godere dei primi tepori primaverili. Quest’anno d’un tratto tutto è cambiato radicalmente, e il tempo sembra essersi dilatato, come precipitati in un altro evo. Con il diffondersi del virus Covid-19, e la necessità di adottare misure di distanziamento sociale, ci siamo ritrovati in una situazione talmente inusuale che in molti, ironicamente, l’hanno definita come una sorta di “arresti domiciliari”. E passi una o due settimane, ma quando il tempo resta indefinito e si supera il mese di confinamento nella propria abitazione, allora anche i più forti psicologicamente hanno momenti di cedimento. Tutto normale s’intende, così abituati a sentire ogni parte del mondo a portata di un clic, d’un tratto ci si sente smarriti.
Allora, ciò che ora per noi appare come un enorme sacrificio, forse lo si può saggiare in un’ottica più addolcita se si ha il coraggio e la voglia di immedesimarsi in un tempo non troppo lontano, quale è stato per l’Italia quello dell’ultima guerra del 1940-1945. Ammirare per la prima volta, o rivedere film che evocano quei momenti drammatici della nostra storia, significa caricarsi emotivamente, e dunque interiormente, di una lotta che è costata vite umane e sofferenze indicibili. Pellicole in bianco e nero che danno plasticità alle storie e le rendono quasi assolute, definitive, come se da quel contrasto spaziale di luce e ombra se ne possa trarre un racconto epico.
Alla entrata in guerra dell’Italia nel 10 giugno 1940 seguirono, dopo qualche iniziale successo, delle rotte militari drammatiche. L’improvvisazione dei comandi, la scarsità dei materiali bellici a disposizione, l’impreparazione alle nuove tattiche di guerra, fecero delle esperienze dei soldati italiani un misto di tragedia ed eroismo. Mandati a morire in Grecia Africa e Russia, per una causa che nessuno sentiva come propria, ben presto quel sentimento di ingiustizia accompagnato dall’essere testimoni di inutili e spaventose carneficine, si trasformò, nella gran parte degli italiani, in aperta ribellione contro il regime fascista che sbocciò infine nella Resistenza.
Oggi, nei momenti di massimo spaesamento che percepiamo come intollerabili, guardare a 75 anni fa, il dramma di chi si ritrovò in prima linea a combattere in terre lontane e patire le successive privazioni per chi scelse volontariamente di resistere ai nazi-fascisti, può ribaltare la prospettiva e creare una tale empatia da sentire nostre, come mai ci era capitato, quelle vicende. Non è facile raccontare cinematograficamente anni così angosciosi, fatti di fango solitudine dubbi. Un abisso di paura e dolore inimmaginabile. Si pensi ai due terribili inverni del ‘43-44 e ‘44-45. Donne, ragazzi e uomini in età di leva, nascosti alla meglio in casolari freddi, sperduti e nella fame più nera con il rischio, se catturati, di venire torturati e impiccati; armati alla peggio, contro un nemico militarizzato e spietato.
Allora vi proponiamo un salto all’indietro per ritrovare un’identità di intenti, spesso smarrita, con la generazione che fece la guerra e condusse la lotta partigiana, perché è proprio nella restrizione, anche se a fin di bene, che riconosciamo la nostra libertà come vitale e insopprimibile. Lo stesso sentimento che spinse migliaia di persone a battersi contro le idee di Hitler e Mussolini per riconquistare, o assaggiare novizi, il sapore della libertà. Imparare a riconoscere la storia della Resistenza come fondante della nostro vivere civile è l’atto più sincero per rendere omaggio a quelle migliaia di giovani la cui vita venne prematuramente spezzata fra le sabbie del deserto africano, nella steppa russa, o sulle isole della Grecia, per una vile causa.
Attraverso l’empatia di un’anomala visione, a loro e per loro va il nostro ricordo.
Viva il 25 aprile, viva la Liberazione!
L’elenco dei diciotto film suggeriti è redatto in ordine cronologico in base all’anno di uscita nelle sale cinematografiche, al fine di rendere maggiormente apprezzabile l’evolversi delle tecniche di regia e le specificità narrative. Buona visione!
Roma città aperta
regia di Roberto Rossellini
1945 – ’100 minuti – b/n
interpreti: Anna Magnani – Aldo Fabrizi
Il capolavoro del neorealismo.
Paisà
regia di Roberto Rossellini
1946 – ’120 minuti – b/n
interpreti: Carmela Sazio – Robert Van Loom
In sei episodi si raccontano le drammatiche vicende che seguono lo sbarco degli alleati dalla Sicilia al Po.
Achtung! Banditi!
regia di Carlo Lizzani
1951 – ’96 minuti – b/n
interpreti: Gina Lollobrigida – Andrea Checchi
Nell’inverno del ’44 un gruppo di partigiani scende a Genova per procurarsi le armi. Ne segue uno scontro con i nazisti. Aiutati dagli operai riusciranno ad avere la meglio
Il Generale Della Rovere
regia di Roberto Rossellini
1959 – ’127 minuti – b/n
interpreti: Vittorio De Sica – Sandra Milo
Emanuele Bardone, truffatore e infiltrato dai nazisti, viene a contatto con la Resistenza e ne verrà condizionato.
Estate violenta
regia di Valerio Zurlini
1959 – ’94 minuti – b/n
interpreti: Jean-Louis Trintignant – Eleonora Rossi Drago
Il racconto, attraverso una storia d’amore a Riccione, del periodo più ambiguo della fine del fascismo.
Tutti a casa
regia di Luigi Comencini
1960 – ’117 minuti – b/n
interpreti: Alberto Sordi – Carla Gravina – Serge Reggiani
Il vero manifesto tragicomico dell’8 settembre italiano. Da un lato il Re che scappa, dall’altro i soldati italiani che resistono in un caos di sentimenti di eroismo, paura e di desiderio di normalità. Capolavoro insuperato!
La lunga notte del ’43
regia di Florestano Vancini
1960 – ’101 minuti – b/n
interpreti: Gino Cervi – Belinda Lee – Enrico Maria Salerno
A Ferrara la rappresaglia dei fascisti che fucilano undici ostaggi innocenti.
Un giorno da leoni
regia di Nanni Loy
1961 – ’118 minuti – b/n
interpreti: Renato Salvatori – Carla Gravina
La lotta partigiana nei Castelli romani.
Una vita difficile
regia di Dino Risi
1961 – ’120 minuti – b/n
interpreti: Alberto Sordi – Lea Massari
Partigiano e poi redattore di un giornale di sinistra, Silvio Magnozzi cerca di mantenere nella vita la sua coerenza politica.
Le quattro giornate di Napoli
regia di Nanni Loy
1962 – ’110 minuti – b/n
interpreti: Domenico Formato – Regina Bianchi
Il 28 settembre 1943 scoppia la rivolta dei napoletani contro i nazisti. Dopo quattro di giorni di aspri combattimenti libereranno la città prima dell’arrivo degli alleati.
I sette fratelli Cervi
regia di Gianni Puccini
1968 – ’105 minuti – b/n
interpreti: Gian Maria Volonté – Carla Gravina
La storia dei sette fratelli Cervi che partigiani, dopo svariate azioni di guerriglia, furono catturati e fucilati dalle truppe nazi-fasciste.
Il giardino dei Finzi Contini
regia di Vittorio De Sica
1970 – ’90 minuti – colore
interpreti: Fabio Testi – Dominique Sanda – Helmut Berger
La fedele trasposizione cinematografica del romanzo di Giorgio Bassani, sulle vicende di una famiglia ebrea a Ferrara.
Amore Amaro
regia di Florestano Vancini
1974 – ’106 minuti – colore
interpreti: Lisa Gastoni – Leonard Mann
A Ferrara durante il fascismo la storia di un amore impossibile fra un giovane studente di sinistra e una trentacinquenne vedova di un gerarca.
Mussolini ultimo atto
regia di Carlo Lizzani
1974 – ’132 minuti – colore
interpreti: Rod Steiger – Franco Nero – Lisa Gastoni
Il racconto della fine di Mussolini tra Milano e la Valtellina.
L’Agnese va a morire
regia di Giuliano Montaldo
1976 – ’135 minuti – colore
interpreti: Ingrid Thulin – Michele Placido
Dopo che il marito partigiano viene deportato e ucciso, Agnese decide di aiutare la Resistenza.
La notte di San Lorenzo
regia di Paolo e Vittorio Taviani
1982 – ’105 minuti – colore
interpreti: Omero Antonutti – Margarita Lozano
Estate 1944. Un paesino toscano viene travolto dalla fuga dei nazisti e l’arrivo degli alleati con un epica battaglia fra partigiani e fascisti in un campo di grano.
El Alamein – La linea del fuoco
regia di Enzo Monteleone
2002 – ’114 minuti – colore
interpreti: Paolo Briguglia – Pierfrancesco Favino
La storia drammatica di tanti ragazzi sconosciuti che morirono eroicamente per una causa vile nel deserto africano.
L’uomo che verrà
regia di Giorgio Diritti
2009 – ’115 minuti – colore
interpreti: Maya Sansa – Alba Rohrwacher
Il racconto drammatico della strage nazi-fascista, avvenuta nell’inverno ‘43-‘44, a Marzabotto nell’Appennino bolognese.
Ciao Fabrizio, frazie bei film, aggiungerei Piccoli maestri Regia:Daniele Luchetti
Genere:Drammatico Anno:1998Paese:ItaliaAttori:
Stefano Accorsi, Stefania Montorsi, Diego Gianesini, Giorgio Pasotti, Filippo Sandon, Marco Piras Durata:116 min Musiche:Dario LucantoniProduzione:VITTORIO E RITA CECCHI GORI PER CECCHI GORI GROUP – TIGER
da Nicoletta : Sto interessando il museo di Ferrara, Anpi di Ferrara, i Wu MIng per il seguente grave fatto: Nel film La lunga notte del ’43 viene ripresa una lapide con nomi inventati dei 13 fucilato vicino al muretto del castello Estense a Ferrara. nella realtà su quel muretto vi è una lapide, una lapide riassuntiva di diverse fucilazioni, avvenute in luoghi differenti della città in date quasi certamente differenti. Manca la data della fucilazione del ’43.La lapide dice che lì i morti eran 4, non tutti quelli che mostra il film.
Altra questione è la dicitura generica di “caduti per la libertà”, che non attribuisce responsabilità a nessuno. Rimanendo così sul generico potevano metterci anche caduti del risorgimento, o i 3 difensori del castello uccisi nel 1921 dall’assalto squadrista. insomma manca la lapide che dica chiaramente che sono stati fucilati lì 13 persone dal fascista detto Sciagura, manca quindi la motivazione della strage fascista. Grave ma mi batterò perchè questo avvenga, date una mano se potete grazie Nicoletta